Fisica delle basse temperature
Trento ospita scienziati da tutto il mondo e il Nobel Douglas Osheroff
di Franco Dalfovo
Cosa succede alla materia, ai liquidi, ai solidi e ai gas, quando la temperatura
si abbassa fino allo zero assoluto? Per sottolineare la natura sorprendente dei
fenomeni che avvengono in questo regno del freddo e dell’ultrafreddo, i fisici
hanno inventato parole come superfluidi, superconduttori, o supersolidi. In
questi casi il “super” sintetizza comportamenti che risultano inspiegabili
nell’ambito della fisica classica newtoniana e la cui comprensione passa
attraverso un uso sapiente delle leggi della meccanica quantistica. Si parla
allora di fluidi e solidi quantistici, sistemi nei quali la comune nozione di
particella, o di atomo, si confonde con quella di onda.
Nuovi esperimenti e nuove teorie su questi sistemi sono stati il tema del
simposio internazionale di fisica QFS2004 - Quantum Fluids and Solids
che si è
tenuto a Trento, al Centro Santa Chiara, dal 5 al 9 luglio.
Al convegno hanno partecipato ben 260 fisici, provenienti da 25 paesi diversi,
con gruppi particolarmente numerosi dagli Stati Uniti, dal Giappone e dalla
Russia. QFS2004 è la continuazione di una serie di conferenze sullo stesso tema,
iniziate in Florida nel 1975 e le cui ultime edizioni si sono svolte a Costanza
e Albuquerque. L’edizione di quest’anno è stata promossa e organizzata dal
Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento e dal centro di ricerca e
sviluppo dell’INFM sulla Condensazione di Bose-Einstein (BEC) diretto dal
professor Sandro Stringari.
L’evento è stato un successo da vari punti di vista. Già il numero di
partecipanti, in netto aumento rispetto alle precedenti edizioni, è un
indicatore della qualità del programma scientifico proposto e dell’ampia rete di
collaborazioni e rapporti internazionali dei fisici trentini. Per la
formulazione del programma gli organizzatori si sono avvalsi di un comitato di
esperti, guidato dal professor Luciano Reatto dell’Università di Milano, che
comprendeva tra gli altri ben quattro premi Nobel per la fisica: Eric Cornell,
David M. Lee, Tony Leggett, e Douglas Osheroff. Quest’ultimo era presente a
Trento e la sua relazione ha chiuso il simposio. Si tratta del sesto premio
Nobel per la fisica coinvolto negli ultimi due anni nelle iniziative trentine
promosse dal centro INFM-BEC, dopo le visite di Eric Cornell e Ben Mottelson nel
2002, di Wolfgang Ketterle nel 2002 e 2004, di Claude Cohen-Tannoudji nel 2003 e
di Tony Leggett nello scorso marzo. A queste va aggiunta la presenza di William
Phillips nel consiglio scientifico del centro.
Altro dato che conferma l’importanza dell’evento è la sponsorizzazione della
NASA, tramite il Jet Propulsion Laboratory, California Institute of Technology.
Oltre ad offrire un significativo sostegno finanziario, la NASA era r appresentata
da vari ricercatori impegnati in settori di fisica applicata, nuove tecnologie e
progetti di ricerca nello spazio. Altro sponsor importante, che finanzia per la
prima volta questa serie di convegni, è la IUPAP - International Union of Pure
and Applied Physics. La presenza di queste agenzie internazionali tra gli
sponsor del simposio ne mette in risalto uno dei punti qualificanti, che sta nel
fatto di miscelare ricerca pura e applicata in modo equilibrato ed efficace.
Infatti, nel settore della fisica delle basse temperature, come in molti altri
campi della fisica, le verifiche sperimentali delle leggi fondamentali della
fisica, motivate dalla semplice curiosità (“curiosity driven”), sono spesso
accompagnate da ricadute tecnologiche innovative. Così, accanto a nuove indagini
sul comportamento supersolido dei cristalli di elio, o su nuovi fenomeni di
coerenza in gas atomici confinati in trappole magnetiche e ottiche, il simposio
ha ospitato anche relazioni riguardanti nuovi apparati per misure di precisione,
o la riduzione del rumore indesiderato nelle comunicazioni satellitari o,
ancora, l’ideazione e la possibile realizzazione di computer quantistici.
Di particolare importanza è stato l’essere riusciti a far giungere a Trento un
numero considerevole di ricercatori operanti nei paesi dell’ex Unione Sovietica,
come la Russia e l’Ucraina. Si tratta di paesi dove la fisica delle basse
temperature viene trad izionalmente coltivata in laboratori e istituti di
altissimo livello, ma che soffrono ora di vari problemi, quali l’emigrazione
intellettuale, la carenza di risorse finanziarie, la difficoltà di andare
all’estero o di ospitare colleghi stranieri. Dare modo a questi ricercatori di
mantenere e rafforzare i loro legami scientifici con i colleghi europei,
americani e giapponesi era uno degli obiettivi principali di questa edizione del
simposio. Obiettivo raggiunto, con piena soddisfazione degli organizzatori e
degli stessi ricercatori.
L’idea di portare QFS2004 a Trento era nata nell’ambito dei fisici che operano
nel centro INFM-BEC. Il centro, che è ospitato dall’Università e cofinanziato
dalla Provincia Autonoma di Trento, oltre a sostenere il simposio con propri
fondi, ha agito da catalizzatore per il reperimento di risorse finanziarie
esterne e per la creazione di un gruppo di lavoro a supporto dell’organizzazione
locale, gestita con grande efficienza dall’Ufficio Manifestazioni e Convegni
dell’ateneo. La nascita del centro BEC, avvenuta due anni fa, ha dato un
contributo notevole alla visibilità di Trento come sede di ricerche di qualità
in settori della fisica particolarmente attivi ed ha permesso il consolidamento e
l’ampliamento dei rapporti internazionali dei fisici trentini, rapporti peraltro
già vivi grazie alla presenza sul territorio di realtà quali il Dipartimento di
Fisica dell’Università, l’ECT*, l’Irst e il CNR. In due anni, le iniziative del
centro BEC hanno portato a Trento circa un migliaio di fisici da tutto il mondo,
per conferenze, gruppi di lavoro e visite. In questo contesto, il simposio
QFS2004 rappresenta la continuazione di un lavoro fruttuoso, condotto in
sinergia con l’Università di Trento.
In alto a destra: una molecola di esafluoruro di zolfo immersa in una goccia di elio superfluido del raggio di qualche nanometro;
al centro: vortici quantizzati in un superfluido.
in basso: l’intervento di Douglas Osheroff al
convegno QFS2004;
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