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  cooperazione internazionale 

Conferenza dei Rettori Alpe Adria
A Trento la presidenza per il biennio 2004-05
Intervista di Francesca Menna a Maurizio Manzin


La Conferenza dei Rettori delle Università della Comunità di lavoro Alpe Adria ha recentemente nominato all’unanimità il rettore dell’Università di Trento presidente di turno per il biennio 2004-05. Abbiamo sentito il professor Maurizio Manzin, ordinario di Filosofia del diritto della Facoltà di Giurisprudenza, delegato del rettore per il coordinamento di ateneo dei rapporti nell’ambito della comunità di lavoro Alpe Adria e presidente di turno del Comitato Scientifico della Conferenza.

Professor Manzin, ci può illustrare brevemente la storia e gli obiettivi della Comunità di lavoro Alpe Adria?
La Comunità, che riunisce alcune entità regionali di Italia, Austria, Germania, Ungheria, Slovenia e Croazia, nasce nel 1978. A quel tempo la politica di fronteggiamento fra l’Alleanza atlantica e i Paesi comunisti costringeva a una forte rigidità i rapporti fra le nazioni europee appartenenti ai due blocchi. La Comunità rappresentò quindi una buona occasione per collaborare a livello di regioni transfrontaliere, intessendo una serie di rapporti che hanno favorito la reciproca conoscenza e il dialogo fra culture che i nazionalismi prima e i totalitarismi poi, assieme alle due guerre mondiali, avevano interrotto.

Di che cosa si occupa la Conferenza dei Rettori delle università della Comunità di lavoro Alpe Adria?
La Conferenza è bene precisarlo non è un organismo subordinato alla Comunità di lavoro. Essa vi si ispira liberamente, condividendone gli ideali transnazionali e di amicizia fra i popoli della Mitteleuropa, ma opera in modo del tutto autonomo, sulla base delle decisioni assunte dai rettori delle università componenti. Se dunque oggi la Comunità si interroga sul suo ruolo in un’Europa allargata e non più segnata dalla divisione politico-ideologica fra i blocchi, la Conferenza rappresenta una delle diverse forme in cui si articola la collaborazione fra gli atenei europei: una struttura collaudata che agisce in sinergia con le altre già esistenti nel campo della ricerca, della didattica avanzata, dello scambio di studenti e docenti. La sua peculiare connotazione dipende dall’area geopolitica che ricopre:
quella di popoli e nazioni che hanno condiviso un particolare humus culturale a cavallo fra i mondi italiano, germanico, magiaro e slavo.

E qual è il ruolo del Comitato scientifico di cui Lei è attualmente presidente?
Il Comitato scientifico prepara e coordina le iniziative che la Conferenza dei Rettori discute e delibera nelle sue riunioni periodiche (la prossima sarà proprio a Trento, nel maggio 2005). Esso venne costituito nel 1981, due anni dopo la fondazione della Conferenza, per ovviare all’inconveniente rappresentato dalla turnazione dei rettori, cioè alla relativa brevità dei loro mandati. Come organismo permanente il Comitato può lavorare su tempi più lunghi, con evidente beneficio per la consistenza ed il controllo delle iniziative assunte. Si riunisce due volte l’anno ed è composto da un membro per ogni entità regionale aderente, mentre la Conferenza comprende i rettori di tutte le università aderenti.

Quale sarà il contributo dell’Università di Trento durante il biennio di presidenza 2004-2005?
In primo luogo occorrerà gestire al meglio quelle iniziative concrete che tradizionalmente sono patrimonio della Conferenza: il patrocinio e l’organizzazione di convegni, l’erogazione di borse di studio (spesso minacciate dalle ristrettezze di bilancio che affliggono praticamente tutti gli Stati europei), la circolazione delle informazioni fra gli atenei anche su web condiviso, lo studio delle lingue della Comunità, ecc. Mi piacerebbe, tuttavia, che il “biennio trentino” non si limitasse a un’opera, pur indispensabile, di conservazione e irrobustimento, ma si caratterizzasse per slancio e novità, secondo quello spirito di

Maurizio Manzin

dinamismo che ormai apertamente viene riconosciuto al nostro ateneo. Le idee non mancano: vanno da una proposta di ripensamento della mission della Conferenza stessa alla luce del processo d’integrazione europeo (con eventuali modifiche dello Statuto), a una nuova strutturazione dei rapporti istituzionali con la regione Trentino-Südtirol (vi sono alcuni incontri in corso), alla connessione delle borse di studio con altre iniziative dell’ateneo (ad esempio il master sui Balcani), alla discussione sui processi di trasformazione in corso nei diversi sistemi universitari (primo fra tutti il 3+2) e sulla loro armonizzazione, a un nuovo sito web per la Conferenza, all’e-learning e altro ancora. Si tratterà, naturalmente, di saggiare la disponibilità degli altri membri della Conferenza e di riuscire a coinvolgerli in questo programma.

In alto: gruppo dei partecipanti alla Conferenza dei rettori di Alpe Adria a Osjiec (Croazia); sotto: le regioni che aderiscono alla Comunità di lavoro Alpe Adria.