unitn. n°69 Università degli Studi di Trento

innovazione didattica


Giudaismo, una delle radici dell'Europa
Studi ebraici all'Università di Trento
di Massimo Giuliani*

Massimo GiulianiDotandosi di un insegnamento specificamente dedicato agli studi ebraici, il nostro ateneo ha dimostrato di essere in piena sintonia non solo con le migliori università del mondo (da decenni negli Stati Uniti esistono interi dipartimenti che si occupano di giudaismo e materie affini) ma anche con il momento storico che stiamo vivendo.
Sul versante europeo, infatti, è in corso una generale rivalutazione di questa componente culturale a lungo trascurata: si pensi alla "giornata della cultura ebraica" ormai arrivata alle quinta edizione (ogni prima domenica di settembre); ma anche alla recente istituzione di una cattedra europea di studi ebraici sefarditi creata a Livorno in memoria del rabbino e qabbalista italiano Elia Benamozegh. Su un versante più internazionale, grazie al dibattito in corso sul cosiddetto "conflitto di civiltà", si registra inoltre una rinnovata attenzione al fenomeno religioso in quanto tale, che sollecita anche la comunità accademica ad approfondire la questione delle identità religiose monoteiste, i loro diversi modi di coniugare teologia e politica, in generale la storia dei loro rapporti economici e culturali. amuleto qabbalistico, inchiostro su pergamena, Palestina, XVIII sec. In tale quadro non poteva mancare uno spazio ad hoc dedicato alla giudaistica. È in questa prospettiva che la Facoltà di Lettere e Filosofia di Trento - che opera vicino all'Istituto di Scienze Religiose e alla sua preziosa e aggiornata biblioteca - ha voluto chiamare un docente esperto in questo ambito disciplinare (con la speranza che il trend continui, magari con un esperto di islamistica).

Come docente di studi ebraici, in questi due anni ho cercato di offrire agli studenti sia dei moduli di conoscenza di base sulle fonti di questa cultura (testi biblico-talmudici, letteratura midrashica, responsa halakhici), sia dei corsi più avanzati su alcuni autori importanti per comprendere il ruolo del giudaismo nell'attuale contesto culturale. Abbiamo esplorato l'opera etico-religiosa di Moshe Chajjim Luzzatto (XVIII secolo) ma anche il pensiero di autori contemporanei come l'israeliano Yeshayahu Leibowitz, l'americano Dov Ber Soloveitchik, il francese Emmanuel Levinas. Attraverso queste variegate voci del mondo ebraico abbiamo discusso la questione del messianismo, o meglio dei messianismi ebraici, tema di preoccupante attualità visto l'abuso di linguaggio e categorie messianiche da parte degli uomini politici al di qua e al di là dell'Atlantico; ma anche questioni più tradizionalmente accademiche come la dottrina della remunerazione, il concetto di alleanza in rapporto alla libertà, il male nella storia.

manoscritto del Mishneh Torah, Spagna, 1460 ca.; immagini tratte dall'Atlante storico del popolo ebraico, 1995, Zanichelli, BolognaIl primo corso per gli studenti della laurea specialistica, nella primavera del 2003, lo avevo dedicato alla scoperta dell'Amidà, un testo liturgico fondamentale conosciuto anche come "Le diciotto benedizioni", che affonda le sue radici nella teologia ebraica medioevale.
Quest'anno, da marzo, riprenderò tale filone e cercherò di coinvolgere gli studenti nello studio dell'haggadà di Pesach, ovvero del testo rabbinico che ogni anno serve da canovaccio fisso per celebrare la festa della Pasqua ebraica. È un testo teologico, ma che funge da paradigma della trasmissione della memoria ebraica e da catalizzatore dei temi costitutivi della visione ebraica del mondo (come il libro biblico che narra l'uscita dall'Egitto, di cui è una potente estensione). La sua influenza sul piano sociale e politico può essere rintracciata, ad esempio, nell'ormai classico testo di Michael Walzer Esodo e rivoluzione, cui faremo riferimento.

Insisto nel dire di voler coinvolgere gli studenti, perché un corso di studi ebraici, anche quando fatto di consuete lezioni frontali, non può non vedere gli studenti attivi con continue domande e risposte, con presentazioni e con sollecitazioni su testi nati ed elaborati dal metodo talmudico, vale a dire costantemente aperti all'interpretazione pluralista e corale di chi li studia. Il Talmud, come del resto la Bibbia che lo ispira, non sono testi da “leggere”, tanto meno da soli; sono piuttosto specie di manuali della comunità, da studiare a due a due, sotto la guida di un maestro; sono testi sui quali si torna di continuo con sempre nuove domande, sempre nuovi problemi da risolvere.
Lo studio "scientifico" dei testi della cultura ebraica non deve dimenticare - è la grande lezione di Levinas - il "metodo tradizionale" che per secoli ha caratterizzato il forgiarsi e la trasmissione orale di questa cultura. Che si tratti di un inno medioevale o di un trattato qabbalistico o di un commentario alla Torà, su su fino ai racconti di Kafka o alle poesie di Paul Celan, questo metodo vuole che gli studenti siano protagonisti reattivi sul testo, che deve essere proposto con creatività e flessibilità didattica.

Per il resto, invito gli studenti e gli studiosi a cogliere tutte le molteplici occasioni che nel corso dell'anno accademico si offrono per approfondire questa "radice" della cultura occidentale che è la tradizione ebraica. Nel novembre scorso abbiamo promosso un importante convegno su Cosmopolitismo, democrazia internazionale e religioni, al quale hanno partecipato due illustri studiosi di pensiero ebraico: il professor Aviezer Ravitzky dell'Università ebraica di Gerusalemme e il professor Giuseppe Laras dell'Università statale di Milano. Vi sono stati due seminari dedicati alla dimensione ebraica del pensiero di Baruch Spinoza e di Shmuel David Luzzatto, offerti da esperti quali i professori Mino Chamla e Gadi Luzzatto Voghera. Il 7 marzo è venuto da Washington DC anche il professor Amitai Etzioni, sociologo e politologo di fama internazionale, che ha lanciato un movimento "comunitarista" ispirato anche alle sue esperienze giovanili nei kibbutzim israeliani. Lo ricordo perché nessuno pensi che gli studi ebraici siano solo recupero di testi antichi, una sorta di archeologia socio-religiosa; si tratta piuttosto di una tradizione viva, che si alimenta di fonti antiche ma che, dopo la Shoà, sta conoscendo un vero e proprio rinascimento sia negli Usa che nello stato di Israele. Far conoscere e apprezzare anche nelle aule accademiche di Trento questo rinascimento di persone, idee e movimenti culturali fa parte non solo dei miei doveri ma anche delle mie ambizioni di docente.

*Massimo Giuliani è docente di studi ebraici presso la Facoltà di Lettere e Filosofia.

Sopra a destra: amuleto qabbalistico, inchiostro su pergamena, Palestina, XVIII sec.; sotto a sinistra: manoscritto del Mishneh Torah, Spagna, 1460 ca.; immagini tratte dall'Atlante storico del popolo ebraico, 1995, Zanichelli, Bologna.