#finiscequi

Ma su, fattela una risata, no?
Era solo una battuta!
Non si può proprio più dire niente! 

Quante volte lo abbiamo pensato o detto ad alta voce? Quante volte lo abbiamo sentito? 
Prestare attenzione alle parole è un esercizio complesso, quotidiano, che richiede lo sforzo di mettersi nei panni della persona a cui quella “battuta” viene rivolta. Riflettere sulle frasi che pronunciamo, suoi significati espliciti o impliciti che acquistano, è quindi una pratica indispensabile, il primo passo per costruire uno spazio di studio e lavoro inclusivo e aperto
 
L’Università di Trento ha lanciato la campagna #finiscequi, per rifiutare ogni affermazione lesiva basata su genere, etnia, orientamento sessuale, identità di genere, disabilità, età, religione...
Una serie di manifesti nelle sedi dell’Ateneo e sui social che riportano frasi comuni, che ad una prima lettura appaiono neutre e inoffensive, ma che contestualizzate e specificate svelano discriminazioni, esclusioni, molestie. Frasi che possono causare disagio, escludere, discriminare, emarginare. 

L’Università è una comunità, un’istituzione vocata alla formazione delle nuove generazioni, alla ricerca, alla conoscenza e al benessere lavorativo, un luogo in cui il contrasto ad ogni forma di discriminazione, il rispetto delle differenze e l’accoglienza devono trovare casa. UniTrento condanna le molestie, le discriminazioni e le esclusioni ed è al fianco di chi le ha subite e le subisce. L’Ateneo invita a rivolgersi alla figura della Consigliera di fiducia per eventuali segnalazioni o semplicemente per un confronto. 

#finiscequi